Pubblicato su Eks&Tra
Cos’è quella sostanza invisibile intorno a me? Cos’è che mi segue ovunque io vada? Come si congiungono quei frammenti del totale a formare una permanente sensazione in-between?
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Il mio primo viaggio all’estero lo faccio a due anni. Andiamo a trovare dei parenti ucraini con mia nonna. I ricordi sono mischiati con le fotografie in bianco e nero ingiallite dal sole. Tornando a casa all’aeroporto di Riga, ci viene incontro mia mamma, mi dà una mela. “Почистити! (togliere la buccia)”, rispondo io in perfetto ucraino. “Voi fate come volete, ma io gli parlerò in ucraino,” erano state le parole di mia nonna rivolte al mio papà lettone e alla mia mamma ucraina, nata in Lettonia.
“Cosa sono i tautasdziesmas?” mi chiedo, come non avessi mai sentito nominare a casa i canti popolari lettoni, mentre i miei compagni delle elementari raccontano storie patriottiche, di eredità familiare. Un paio d’anni dopo mi convinco di non poter mai vivere in un paese straniero, dove i “canti popolari” non mi appartengono. Ma anche le convinzioni cambiano. Continue reading